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Effettivamente la Lucania antica era ben più vasta dell'odierna Basilicata; oltre a questa infatti comprendeva vasti territori appartenenti ad altre due regioni odierne: alla Campania (Cilento e Vallo di Diano nel Salernitano) e alla Calabria (arrivava a Sibari, Turi, e al fiume Lao, nel Cosentino). Non comprendeva però le terre ad est del fiume Bradano, quindi la stessa Matera, ma anche l'intera area del Vulture, appartenenti anticamente alla Peucezia (parte dell'Apulia). Tali confini geografici riflettono la situazione posteriore alla scissione fra Bruzi (antichi abitanti della Calabria) e Lucani avvenuta nel 356 a.C. con il confine fra le due regioni nell'istmo tra Turi e Cirella (Piccola Lucania).
Prima di questa data, le fonti dal V sec. in poi si riferivano ad una vasta area, chiamata convenzionalmente dai moderni Grande Lucania, che si spingeva fino allo stretto di Messina ed era abitata da genti di ceppo sannitico.
I suddetti confini nord-orientali furono poi mantenuti nell'istituzione della Regio III Lucania et Bruttii, avvenuta intorno al 7 d.C nell'era augustea.
''Scoprire'' la Basilicata significa, immergersi in una storia antica e in un ambiente sorprendente: dalle colonie greche del Metapontino ai ''Sassi'' di Matera, dai castelli di Federico secondo di Svevia alla Cattedrale di Acerenza, da Venosa Città di Orazio alle Dolomiti Lucane, passando per il centro storico di Potenza - fra l'altro, le terre del brigantaggio post unitario - dal Vulture al Lagonegrese e al Parco nazionale del Pollino, uno dei più grandi d' Europa. Su tutto, antiche genti ospitali, antichi prodotti, come il vino Aglianico, antiche storie che, ad ascoltarle e a visitarne i luoghi, fanno bene al cuore.
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